05 Mag Online Editorial [Chlorhexidine]
Chlorhexidine
Si alzava tranquilla di prima mattina.
Si chiudeva nella stanza dai mille colori, asettica dove tutto aveva un ordine prestabilito.
Viveva nello spazio temporale di chi non vuole ricordare il passato e nemmeno conoscere il futuro. Le linee riempivano le gote del suo volto e lo sguardo si perdeva in immaginari prestabiliti. Immortalare il momento di un luogo così, richiede una calda temperatura corporea e una pazienza silenziosa, chirurgica. Poi in realtà c’è molto altro dietro i mille colori, la stanza asettica, l’ordine algido, e il panta rei del momento.
Nervosismo, caos, dubbi e soprattutto paure. Se la poesia fosse solo la decostruzione della parola, non sarebbero stati scritti libri sul pensiero raziocinante che c’è dietro tale arte, così come difficile sarebbe limitare Chlohrexidine a una timida ragazza che annienta le sue energie dentro lo spazio di una stanza dai mille colori.
La forza di sentirsi sicura in un luogo dove tutto, nonostante l’ordine, ha una propria dimensione e una vita che va oltre la semplice idea astratta che l’oggetto non può trasmettere, una vera e propria anima della propria persona.
Poi c’è il corpo che veste gli abiti con freschezza, attitudine e parsimonia dando il senso di una città aperta, metropolitana, ordinata e che guarda al futuro prossimo. Chiudersi dentro quella stanza non è un limite, ma una visione nuova di tutto quello che può essere il presente anche fuori da lì, perché Chlohrexidine racchiude tutto quello che possiamo essere, semplicemente guardandoci da altre prospettive.
– Teo Filippo Cremonini
Editorial Published on Superior Mag
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